ENTROPIA è il nuovo lavoro dei MacGuffin, trio bergamasco formato da Enrico Moioli, Gian Luca Albricci e Thomas Poletti.
Si tratta di una raccolta di sette brani strumentali che si muovono in una sorta di psichedelia molto legata alla variazione sul tema. Come sempre succede per la musica strumentale è complicato parlare di messaggio, perché la musica è un linguaggio che non supporta alcun significato, dunque non può codificare un'emozione oggettiva uguale per ogni ascoltatore. Diventa dunque impossibile, al netto dell'ambient musicale che accordi gli maggiori o minori suggeriscono, parlare di tristezza o allegria, di inquietudine o di serenità.
Musicalmente parlando la batteria si presenta con un suono corposo, più vicina al jazz che ad altri generi più normalmente associati alla psichedelia. A dare dunque l'imprinting al disco è questa sezione percussiva ossessionantemente swingata. Il basso è, nella sua fase d'accompagnamento ottima alleata di cassa e rullo, con un suono dotato di ottima rotondità e buon attacco, che serve a scandirne le gesta. Gesta che vengono sostenute dalla natura dello strumento, quando se ne sfruttano porzioni più acute, con il suono che si inacidisce e viene talvolta connotato in maniera diversa con l'aiuto di effettistica come il wah wah che ne stravolgono l'equalizzazione. La chitarra elettrica spazia da un suono pulito a un suono lead compresso e carico di frequenze alte, forse troppo sbilanciate in alto in alcuni frangenti. Un suono comunque ben studiato per uno strumento in moto perpetuo, quasi affetto da horror vacui.
Strutturalmente, come già accennato, ci si muove partendo da un'idea iniziale e si continua per variazioni, soli, transizioni verso nuove modifiche e oltre. Niente di nuovo sotto al cielo, compresi i soli, i temi principali e compagnia bella. La psichedelia è data dal continuo susseguirsi di questi moduli, dalla loro ripetitività ad libitum. Purtroppo è proprio qui che casca l'asino, perché il risultato ad un ascoltatore sprovveduto di conoscenza del genere, tutto risulta molto autoreferenziale e totalmente ripiegato su se stesso.
Non è in dubbio il divertimento che il singolo musicista abbia provato nel trovare gli incastri giusti, il suono giusto e il giusto feeling col groove, ma questo non è un messaggio trasmissibile da chi suona a chi ascolta e vorrebbe poter capire cosa sta sotto tutto questo.
In conclusione ENTROPIA è un bel lavoro, per lo più per gli addetti ai lavori. C'è dentro una grande dimostrazione di feeling tra i musicisti, l'urgenza di trasmettere tramite il proprio strumento una capacità tecnica e di gusto al meglio. L'ascolto risulta faticoso al livello di tempistiche, perché ogni cellula di ogni canzone viene portata avanti ben oltre la durata standard di una canzone di musica leggera, ma il lavoro di produzione è ottimo e restituisce un risultato molto naturale, compatto e ricco di dinamica.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.