Un disco che fa viaggiare ma non uno di quei viaggi in prima classe, con hotel cinque stelle e autista privato. Uno di quei viaggi dove puoi contare uno per uno i chilometri che stai percorrendo e sentire gli odori di ogni angolo di strada. Un piccolo gioiello di semplicità e amore per la vita.
Misericordia è il nuovo EP di Marco Scaramuzza, artista veneziano alla continua ricerca di nuovi stimoli e nuove storie.
Si tratta di una raccolta di sei brani di pop d'autore arrangiati e prodotti interamente da Novecento.
Musicalmente salta subito all'orecchio il lavoro fatto "a togliere" piuttosto che ad aggiungere. Una batteria essenziale, quasi retrocessa a percussione che riesce a dare ambient e profondità. Rimangono saldi soltanto il kick, molto ovattato e lo snare, anch'esso affrontato con delicata eleganza. Il basso fa esattamente la parte del basso e cioè di doppiatore di grancassa e costruttore di fondamenta dell'armonia.
Le chitarre acustiche sono lo strumento chiave. Ottimo il suono, caldo e accogliente, notevoli gli incastri e le frasi, che fanno arrangiamento e donano personalità. Anche il semplice strumming è portato con intelligenza e la giusta attitudine che è quella di evocare, di trasportare l'orecchio in mondi lontani ma familiari.
C'è tantissimo lavoro di elettronica, ci sono pad, keys, texture pad che riescono ad incollare alla perfezione tutti gli strumenti. Grande lavoro è stato dedicato alla tridimensionalità di questi pad, alla possibilità per gli altri strumenti di potersi sedere e galleggiare dentro questo flusso di suoni, senza mai perdercisi dentro.
La voce è trattata come va trattata una voce pop e cioè tenendola fuori dal mix, schiacciandone gli estremi della dinamica per non avere picchi o crolli di volume, in modo da preservare l'intelligibilità delle parole. Il timbro è caldo e pieno, ci si sente dentro l'eco di un Ultimo senza accento romano e molto meno sguaiato. L'interpretazione è buona, così come l'intonazione. I testi raccontano della fragilità dell'uomo di oggi contro una vita che corre a velocità impossibile e con una diffusa indifferenza per le sorti di chi la vive. Le strofe sono sempre molto più serrate e l'apertura tipica dei ritornelli all'italiana è qui circoscritta soltanto all'apertura dei testi e non alla botta sonora degli arrangiamenti.
La produzione è pensata per ottenere un risultato patinato quanto basta per rientrare nei canoni del pop, ma mantiene grande naturalezza dei suoni e buona dinamica in tempi di ultime code di loudness war. Gli arrangiamenti sono meticolosamente dosati e c'è dietro, come detto sopra, un grande lavoro a togliere materiale alla ricerca di una per niente scontata semplicità, da non confondere assolutamente con la banalità.
In conclusione Misericordia è un lavoro completo sotto ogni punto di vista. C'è dentro grande dimestichezza con l'idea di arrangiamento pop, una voce riconoscibile e dei testi che scorrono come balsamo per le orecchie. L'ascolto risulta delicato, scorrevole, a tratti positivamente malinconico. Tutto suona come dovrebbe suonare, non c'è niente fuori posto che possa distogliere l'attenzione. Si tratta di un lavoro che merita di essere ascoltato più volte, perché è capace di far viaggiare chi ascolta. Ma cosa più importante: ci lascia con ancora un po' di fame e curiosità per un prossimo lavoro, magari più lungo, magari più corposo.
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La recensione Misericordia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-30 16:11:17
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