A metà tra bellezza e momenti meno convincenti, 19 luglio 1994 vive di contrasti
CASSIO, senza alcuna ombra di dubbio, è uno di quegli artisti dotati di una penna fuori dal comune. Per comprendere questa mia frase, va detto un po' roboante, vi basta andare ad ascoltare l'ultimo pezzo di 19 luglio 1944, ovvero "Nonna". Questa traccia finale, oltre a essere una sorta di cartina di tornasole anche per le cose che non funzionano (ma ci torneremo poi), illustra bene le doti di Simone/CASSIO: un cantautore in continuo tumulto tra la disperazione e la tenerezza, tra l'identità classica dei suoi riferimenti e le pulsioni verso il nuovo che lo animano. Ne viene fuori una ricetta, va detto, molto interessante e che, nella dimensione testuale, trova piena realizzazione.
"Il disco è un viaggio introspettivo dell’artista che, attraverso un racconto personale sul proprio senso di inadeguatezza e spaesamento, senso di colpa e frustrazione fotografa un sentimento comune ad un’intera generazione, quella dei millennials; in cui la responsabilità tossica per gli obiettivi mancati, il continuo confronto con la famiglia d’origine e lo smarrimento vissuto nel dover affrontare un mondo molto diverso da quello che la classe dei propri genitori gli ha prospettato, finiscono per generare una sorta di malessere collettivo e una certa incapacità nel saper vivere un presente profondamente diverso dalla storia che gli è stata raccontata da bambini: quella di un mondo fatto di possibilità accessibili e opportunità pullulanti".
Come avevo anticipato all'inizio, però, ci sono cose che non vanno e quei momenti meno convincenti vanno, diciamo così, imputati, per il mio modo di vedere, negli arrangiamenti. Infatti, nonostante il minimalismo che anima la direzione artistica e musicale dell'intero disco, qui si va un po' troppo oltre: ahinoi alcuni arrangiamenti non tengono il passo con i testi e, anzi, rischiano di abbassare troppo il livello qualitativo. Questo pericolo, però, è quasi sempre scongiurato, visto che 19 luglio 1944 è un gran bel disco, al netto di qualche inciampo.
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La recensione 19 luglio 1944 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-05 08:45:46
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