Il cantautorato di FOGG è qualcosa di piccolo, un canto minuto che cerca di farsi strada in mezzo al frastuono senza mai alzare la voce in modo eccessivo. Non usa trucchetti accattivanti o gli strumenti del pop per farsi sentire, e per questo potrebbe rischiare di soccombere, di essere inghiottito, ma in realtà basta avere orecchie sensibili, e dedicargli un ascolto in più del dovuto. Perchè il cantautorato di FOGG vale la pena di ascoltarlo, per concedersi una perla opaca da guardare a lungo.
PECCATO ha un impianto ritmico elettronico singhiozzante e un arrangiamento minuzioso curato dallo stesso FOGG, intento nel canto a parlare dei perdita. Rivolgendosi a una persona, il cantautore toscano crea piccole immagini a tratti commoventi, girando intorno al concetto che forse perdere qualcuno significa semplicemente averlo messo da parte, per conservarlo tra le pagine di un libro, come una rosa lasciata ad essiccare. Il fare malinconico ricorda il Colapesce della prima ora, così come l'idea che non si stia parlando di qualcosa di definitivo, ma di un "per adesso".
PECCATO è un brano raffinato che nonostante la sua struttura vacillante rimane autonomo, e convince come singolo. Stiamo però in attesa di vederlo inserito in una struttura più complessa, un disco in cui poter allontanarci e vedere da lontano il programma artistico di FOGG.
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