“Guerra fredda” è un album cantautorale che mostra l’incanto di una scrittura credibile e di sonorità malinconiche a raccontarci l’inquietudine del presente
Clavdio torna con un nuovo album, dopo essersi fatto conoscere qualche anno fa con “Cuore”, il singolo contenuto nel disco d’esordio “Togliatti Boulevard”. Era il 2019 che avrebbe, con la incombente pandemia, rappresentato uno spartiacque importante tra ciò che era e ciò che sarebbe stato. In questo tempo sospeso, il cantautore romano ha dato voce al cambiamento vissuto, attraverso una riflessione generazionale istintiva e profonda fatta di inquietudini e sospesi esistenziali. “Guerra fredda” è un disco che nasce in questo stato di dissidenza-resilienza verso una realtà incomprensibile, minacciosa, alla ricerca di un nuovo modo di essere. Le otto canzoni, in mezz’ora di musica, fissano lo status di un cantautore credibile e sono connotate da delicatezza sparsa.
L’album si apre con “Letojanni” che ci mostra l’incanto di una scrittura tridimensionale, nella quale si apprezza il volume dei significati e dove la musica stessa è significazione. Il mood è felpato con parole che soffiano in aria come petali trasportati dal vento e ci dice che ogni giorno va vissuto a piccoli passi, a braccia aperte. “Freccia” svolazza, tra lampi melodici, in un limbo di figure piangenti e mantelli autunnali, “Asfalto” ha il sapore acido di un sentimento irrisolto ed è un pezzo pop perfettamente costruito. Al centro dell’opera troneggiano “Ogni giorno” e “Graminacee”, cantata con Malika Ayane, che balza fuori dall’alveo con sensualità e gentilezza, in un volo a mezz’aria che sa di risveglio dopo un periodo problematico. La chiusura dell’album è affidata a “Davvero davvero”, una canzone che racconta brandelli di vita sfiorata, vissuta, spiata, a “Wikipedia” che pesca a piene mani nel fango di esistenze piatte per scoprirsi individui disposti al cambiamento. “Dovremmo fare sport” conclude l’ascolto e racchiude il senso che scorre in tutte le tracce di “Guerra fredda”: la visione malinconica di un musicista che non nasconde il suo bisogno di speranza e ottimismo.
Nella sintesi, “Guerra Fredda” potrebbe apparire come una dichiarazione di guerra contro un mondo alla deriva e verso una coscienza collettiva e individuale sempre più confusa, invece è un gioco in bianco e nero in cui lo sguardo di Clavdio è una lente deformante che rimette in gioco tutto. Con malinconica leggerezza.
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La recensione Guerra fredda di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-16 13:47:00
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