Un lavoro incerto e non sempre bene a fuoco che si "salva" con l'entusiasmo.
"Perché guardare il mondo come fanno i gatti, con la loro poetica follia, per l’autore non è altro che un inno, accorato e sentito, al bisogno di libertà". Inizio con questa, bella, citazione di Claudio Melchior a proposito del suo nuovo disco Io sono un gatto per dire che, al di là del mi precipuo gusto musicale, in quest'album vi sono cose interessanti ma, il più delle volte, questi "echi positivi" vengono soffocati da arrangiamenti un po' dozzinali che non rendono la composizione più pop ma, semplicemente, ahinoi meno pulita e diretta. Mi vado a spiegare.
Melchior ha una buona penna e una gustosa ironia, oltre che altre qualità che vengono, più o meno sapientemente, irrorate all'interno delle sette canzoni di Io sono un gatto. Se, alle volte, i testi sono veramente spassosi, come in Dante pop, a mio avviso la migliore traccia dell'LP, altre volte paiono un po' troppo forzati e forzosi, come avviene, troppo spesso, nella prima parte del disco.
Rimane il fatto che, al netto appunto della bontà del lavoro di Claudio Melchior sui testi, a mio avviso un attimo di ragionamento in più sugli arrangiamenti avrebbe giovato a tutti e tutto, oltre che a una qualità del suono maggiore. Il rischio, infatti, è che "seguendo" questi aspetti, deficitari, dell'album, lo si abbandoni ancora prima "di passare dal via". Per fortuna l'artista in questione ha un entusiasmo talmente travolgente che ti "senti quasi in colpa" a skippare un brano!
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La recensione Io sono un gatto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-23 08:33:31
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