Le voci di Andrea Carella e Jenny Burnazzi si intrecciano, si inseguono e si sfiorano fino a formare un arcobaleno di colori pop proprio sopra il tetto del quinto album (Rainbow, I See Your Smile), perché è da lì e da Ravenna che parte Aliante, il nuovo volo dei rigolò (Leaving The Cockpit). Gli otto brani del disco, dai pezzi più ritmati alle ballate, risentono della pandemia con le sue solitudini e distanze (Who Calls Me), delle distorsioni di una guerra dietro l'angolo (War Is Yet To Come) e di tempi incerti - pieni di dubbi e condizionali (If) - in cui bisogna tenere ben ferma la bussola della ragione (Be Right).
I suoni della band romagnola formano un pop originale e alternativo, di matrice cantautoriale, attraverso un quartetto atipico in cui accanto alla chitarra elettrica, al basso di Alessandro Reggiani Romagnoli e alla batteria e al pad di Andrea Napolitano è protagonista il violoncello elettrico - elegante, materno e maestoso -, ma all'occorrenza si aggiungono anche il sassofono e le tastiere.
Aliante ha un buon sapore di famiglia musicale e, durante l'ascolto, può capitare di pensare con affetto e piacere ai Cranberries (Beautiful Grace). Alla fine del disco, oltre a un discreto calore nel cuore, resta forse solo una domanda graziosa, una curiosità. E se i rigolò mettessero alla prova la loro magia con l'italiano, oltre che con l'inglese?
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