Interessante commistione di generi e atmosfere purtroppo rovinata da un metronomo di troppo.
La storia de Il castello delle uova è parte necessaria del contesto per capire questo disco: dopo un primo disco uscito nel 2007, il gruppo si ritira pressoché totalmente dalle scene pubbliche, limitandosi a diffondere musica in rete e ad esibirsi in contesti estremamente intimi e riservati. Questa situazione va avanti fino al 2020, quando la band pubblica il suo secondo album, L’enigma del capitale. Nasce quindi la decisione di presentare il disco in un concerto, e nell’agosto del 2022, dopo un’assenza dalle esibizioni pubbliche durata praticamente quindici anni, la band sicula decide di risalire su un palco per suonare tutte le tracce dell’album, la cui registrazione ha dato vita a questo live album.
Si tratta di un disco complesso, sia tematicamente che musicalmente. Gli argomenti attorno a cui ruotano i diversi brani sono estremamente legati alla dimensione locale di Marsala, città da cui il gruppo proviene: il bombardamento alleato di Marsala del ’43, evento che ha provocato oltre un migliaio di morti nella popolazione civile; gli effetti che la crisi economica del 2008 ha avuto sulla cittadina; l’assassinio da parte della mafia del sindacalista contadino Vito Pipitone. Si tratta di un disco estremamente politico, che riprende una concezione di arte e musica come mezzo per operare una trasformazione sul reale e sulla società in cui siamo immersi. Ogni brano è musicato in funzione della vicenda che va a raccontare: si parte dal post-rock di Il flusso si interrompe, per poi passare a Sopravvivere all’irrilevanza, un lento ma inesorabile crescendo di psichedelia strumentale pinkfloydiana. Nella successiva Quale prezzo per la sopravvivenza, invece, lo sperimentalismo rock si abbraccia a influenze jazz, mentre l’adrenalina si alza in L’ultimo potenziale ostacolo, dove regnano chitarre alt-rock e ritmi punkeggianti. Il prog torna a fare capolino verso la fine, dove canzoni come Eserciti industriali di riserva e Distruzione creatrice sulla terra ripropongono le atmosfere trascendentali di gruppi come Yes e ELP.
Purtroppo, tutto questo è inficiato da un errore tanto grossolano quanto fastidioso: per tutta la durata del disco si sentono i quattro quarti del metronomo. Vogliamo credere sia una svista, in quanto Il castello sembra avere abbastanza esperienza sulle spalle. E tuttavia, il continuo ticchettio è parecchio infastidente in più di un momento, in particolare quando le sonorità si piegano verso l’acustico. È un peccato che un lavoro con potenziale venga rovinato da una pecca tanto sciocca quanto pervasiva.
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La recensione L'enigma del capitale live di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-02-24 00:00:00
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