Il trevigiano Francesco Caporale mantiene solida la sua presenza sul proscenio dell'attuale indie-pop nostrano col singolo Cose da grandi, altro tassello direzionato a una comunicazione diretta con ciò che meglio scorre nelle vene delle nuove generazioni, nonché fornito di una produzione sonora onestamente non seconda a nessun tipo di prodotto di taglio internazionale.
Peccato soltanto che, almeno secondo una certa linea di pensiero desiderosa di scorgere qualcosa di potenzialmente nuovo all'orizzonte, la sostanza della proposta non azzarda ulteriori passi oltre un'impostazione già ampiamente collaudata da svariate rappresentanze di nuove generazioni cantautorali, legata com'è a quel consueto pop-indie-rap di tendenza ma costruito sempre attorno a quei pochi, semplici e (fin qui va benissimo, ma) eternamente ripetitivi accordi di supporto al medesimo testo simil-romantico, per quanto (nessuno lo mette in dubbio) sincero e intimamente sentito.
Naturalmente, se si tratta di allinearsi adeguatamente a un'idea di mainstream contemporaneo in cerca di ruoli da playlist di Spotify e visualizzazioni su YouTube (la partecipazione ad Amici, in verità, può rappresentarne una conferma), è questa la strada da seguire (anche Sanremo, ormai, può essere d'aiuto). Forse, però, potrebbe anche risultare interessante provare a deviare anche solo leggermente dal percorso prestabilito (le possibilità di contaminazione sono sempre infinite, se si desidera sperimentare), per almeno accennare alla ricerca di un'identità definibile come specifica e individuale, fosse anche su basi universalmente condivise.
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