C'è stato un tempo in cui, sulle pagine di questo sito ma anche su altri media specializzati, il nome di Liede era un po' sulla bocca di tutti. Si aveva, grosso modo cinque o sei anni fa, di avere a che fare con un artista che, di lì a poco, molto poco, sarebbe esploso per diventare una delle figure più di spicco di quello che si chiamava "indie italiano" o, se preferite, "itpop" (anche se Liede, comunque, si è sempre molto discostato da questa specie di variante). Bene, evidentemente, lo dico senza troppi giri di parole e senza vocazione di diplomazia, le cose non sono andate così.
Non mi interessa, in questa sede, indagare i perché e i per come della "mancata esplosione" dell'artista torinese, piuttosto trovo stimolante parlarvi del suo nuovo disco perché, a differenza di altri, più concentrati a ripercorre e ripensare il passato, Liede getta il cuore oltre l'ostacolo e il futuro qui. E per parlarvene, bisognava partire dalla fine, da "Non morire domani", la canzone più bella, quella che chiude il nuovo lavoro, "una sorta di preghiera che l’artista rivolge a sé stesso per cercare nei piccoli miracoli quotidiani la forza di non gettare la spugna".
Non morire domani è, esattamente, la summa di Testacoda, ovvero un lavoro che non vuole piangersi addosso o recriminare sul tempo passato/buttato ma concentrarsi su un futuro che, per quanto incerto e confuso, è comunque ricco di possibilità. Liede, avvicinandosi a sonorità che omaggiano la club-culture italiana, con alcuni momenti, addirittura, house, pare come volere ripartire dalla proprie ceneri: più che un'araba fenice sembra uno dei Cavalieri dello Zodiaco che, dopo un duro scontro, se ne vanno dal Maestro Mu per farsi riparare le armature. Ma il Cavaliere dell'Ariete non si limitava a mettere a posto i pezzi, ma li lustra a dovere e ne cambia, più o meno totalmente, il design.
Esattamente accade qui: Liede con "Metti che" o "Origami" non sovrascrive il passato ma apre la pagina di un nuovo quaderno, di un nuovo capitolo della sua carriera music. In un periodo storico in cui molti artisti, troppi artisti, rimuginano sul tempo che passa (e che non è più come prima), Liede guarda avanti senza scordarsi da dove è venuto. Ogni riferimento a "Stare bravi" è voluto. Testacoda è un disco importante, non solo per Liede, ma per questo sito e per tante appassionate e appassionati di musica indie, anzi, di musica alternativa alla massa.
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