Ma che disco hanno tirato fuori i Plastic Farm Animals? La domanda non è pleonastica perché dopo ripetuti ascolti di L'oro del precipizio, per altro un titolo magnificente, il quesito rimane, anzi, quesito che diventa certezza: questo è un grande album di punk-noise sporco e graffiante, con una capacità di coinvolgere l'ascoltatore come se fosse nel bel mezzo di un live, più o meno clandestino, a pogare con tutta la forza che ha nel cuore, stupefacente.
"I brani raccontano di vita vissuta, della percezione dell'instabilità, della fermezza di ogni passo, anche quello più leggero, che tutti noi ogni giorno siamo chiamati a compiere".
Prendete un pezzo come "Per la gloria", che già dal titolo reca con sé una sorta di dichiarazione d'intenti: già dall'intro si comprende come la band calabrese voglia fare sul serio e giocare ogni stilla vitale e musicale del proprio essere. Ne viene fuori un brano, letteralmente, incendiario, dove la band si muove come se fosse un unico individuo: una possanza che è punk-rock nella più genuina del genere, con un aggiunta di noise che non guasta anzi.
Ma è tutto L'oro del precipizio a mantenere alta, altissima la qualità, come certifica "Cara la notte", terza traccia, nonché la mia preferita. Nonostante qualche rimando di troppo alla scena di inizio anni Novanta, il disco dei Plastic Farm Animals mi è piaciuto un botto e ora non vedo l'ora di convincere altri ad ascoltarlo e, a loro volta, amarlo.
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