‘Outstream’ è un album che francamente facciamo un po’ di difficoltà a capire. Chiaramente ci sono in ballo una certa dose di consapevolezza e capacità musicali, pure abbastanza versatili, e non ci stupiamo troppo perché gli esordienti Giove nascono dalle ceneri di un progetto precedente con circa due decenni di gavetta alle spalle. Nelle 7 tracce di questo debutto sentiamo dei suoni credibili, una discreta esecuzione (soprattutto un’interpretazione vocale convincente, almeno quando non osa troppo) melodie coinvolgenti, soprattutto quando giocano con un trasversale gusto anni ottanta che va dal punk rock alla Billy Idol (A.T.M.O. sino all’ottimo RUNNING LOW finale, una specie di traccia alla Depeche Mode ma guitar oriented). Anche le ballad, seppure un po’ stucchevoli, non mancano di regalare qualche passaggio indovinato come melodie e atmosfere (KIEV).
Proprio per questo, perché le capacità ci sono e neppure troppo nascoste, fa strano trovare in ‘Outstream’ pezzi come lo sgangherato rock’n’roll di apertura OVERKILL o lo strambo rap semi elettronico IN THE SHADOW, di per sé neanche malvagio, ma difficile da leggere nel contesto; così come ci si stupisce davanti alla costruzione disordinata e ai cambi improvvisi che annacquano un pezzo per il resto ottimo sul piano del mood come A.T.M.O. Ha pesato, forse, la volontà di riprendersi in fretta dallo scioglimento della precedente formazione, che ha portato i due reduci a mettere su a tempo di record questo album e il relativo live. Come nelle questioni di cuore, forse dopo una rottura un po’ di calma e di riflessione può solo fare bene.
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