Il quarto disco del trapper nato sull'asse Milano-Roma si avventura con risultati alterni nel difficile connubio tra rap e canzone d'amore
Il lato oscuro dell'amore. È questo il concetto che meglio riassume l'essenza del quarto album di ORB Shakur, indie-trapper milanese di nascita e romano di adozione. Sad Boy Lover, questo il titolo del disco, è un insieme di brani pensati per chi in amore ha conosciuto solo una parola: sfiga.
L'idea di far uscire il giorno di San Valentino un album che parla di rotture, relazioni disfunzionali e rapporti tossici è sicuramente una scelta coraggiosa. Una serie di riflessioni, quelle compiute da ORB Shakur, che si riflettono in otto malinconici brani che strizzano l'occhio a generi spesso diversi tra loro.
In Sad Boy Lover trovano infatti spazio, senza nessun brusco strappo sonoro, l'indie rock (Fammi stare dentro di te) la pop-trap sferaebbastiana (Sad Story e Overdose) e persino la synthwave anni '80 (Luna Park).
L'unica pecca del quarto disco di ORB Shakur sono alcune strofe che, a livello di profondità, rappresentano un passo indietro rispetto al precedente Milky Way. Una serie di passi falsi perfettamente comprensibile visto il terreno scivoloso (rap e canzone d'amore) in cui l'indie-trapper classe '90 ha deciso di avventurarsi con il suo ultimo disco.
La dedica fatta da ORB Shakur "a tutti coloro che il giorno di San Valentino si sentono ancor più soli", fa chiudere benevolmente un occhio anche su frasi da Baci Perugina come "Le ragazze sono strane non sono cattive, le rose sono così belle eppure hanno le spine".
A conti fatti, l'ascolto di Sad Boy Lover potrebbe essere riassunto con la frase che ricorda il sacrificio dell'esercito italiano durante la battaglia di El Alamein del 1942: "Mancò la fortuna, ma non il valore".
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La recensione Sad Boy Lover di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-10 08:20:00
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