La Kirsten’s Postcards esce con quella che potrebbe essere la summa di tutta la sua opera, diciamo pure il suo manifesto filosofico o la cosa migliore che aveva tra i suoi intenti – riuscita, per altro. Un tributo a quegli scozzesi, grazie a loro un po’ tutto è incominciato, ormai bisognava farlo. Questo era il momento e le capacità c’erano. Un lavoro impegnativo: contattare e riunire mezza Europa indie-pop e convincerla a registrare una canzone che sarebbe stata messa a disposizione di tutti in completo free download. C’è voluto un annetto. Ma sicuramente è stato tempo ben speso.
Manifesto filosofico, dicevamo, perché sia nelle note di copertina di Carlo Bordone che nella “Portami via di qua sto male” – prima traccia – si capisce che i Belle & Sebastian sono un immaginario preciso nella mente di molti. Adolescenti in crescita. Vittime emotive. Gente che al cinema piange e che con le ragazze fa fatica. E quindi B&S diventa, per molti indierockers, una campana di vetro sotto la quale ogni insicurezza è concessa, dove il dolore c’è ma insieme al conforto. Un mondo rivoluzionario, se volete. Sicuramente solo. Ma dolce da guardare e da vivere. “C’è sempre tempo per crescere” scriveva a riguardo uno dei blog legati alla Kirsten’s e questo tributo è tutto lì, in quei “giorni impiegati per” e nelle scuse che ci si inventa per non farlo. Questa l’idea. Poi i singoli pezzi rispecchiano ben altro, molto di più. Perché nelle mani di queste 20 bands le canzoni si irrigidiscono, si spolpano, si raffreddano nelle loro riedizioni elettroniche o si riducono a ballate solo voce e chitarra.
Stranamente l’album più saccheggiato è “Fold your hands child you walk like a peasant”- considerato uno dei meno riusciti -, molti pescano dal più recente “Push barman to open old wounds” - o comunque dai molti ep disseminati negli anni. Due soli citano “Tigermilk” – qui da segnalare The sad snowman, forse una delle migliori cover di tutto il disco. E i rimanenti vengono spartiti tra “If you're feeling… e “The boy with…”. Molti gli ottimi gruppi, particolarmente apprezzati: Bob Corn – geniale -, Austin Lace, Mr. 60 – ancora più sognanti dell’originale -, John Wayne shot me, The Niro – essenziali -, Canadians – molto twee pop. In più e infine - oltre all’indiscusso talento degli artisti che vi hanno partecipato – c’è da notare come queste canzoni funzionino anche messe fuori dalla cornice infantile che le ha create . Questi scozzesi non sono solo degli spacciatori di conforto in pillole ma dei songwriter capaci di scrivere pezzi che resistono all’usura e alla rielaborazione altrui tanto da avere vite parallele sempre. Canzoni eterne quindi. Per chi non lo sapesse ancora.
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La recensione Century of Covers (Belle and Sebastian Tribute) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-09-28 00:00:00
COMMENTI (3)
kirstenspostcard.com/releas…
kirstenspostcard.com/Canzon…(Belle_and_Sebastian_tribute).rar
ma un link al sito dove scaricare la compila?
bello tutto
john.wayne.shot.me che rifanno Waiting for the moon to rise, di più