Un disco che si perde sullo sfondo dell'indie italiano.
Non andrò a mentire: sempre più spesso mi trovo in difficoltà a trovare cose da dire nelle recensioni sui dischi che si autodefiniscono indie. Per un motivo molto semplice: le persone che hanno deciso di buttarsi su questo genere sono molte di più di quante questa stessa scena possa sostentarne a livello espressivo. Concretamente, questo si traduce in dischi sempre più uguali tra loro, infinite variazioni di proporzioni infinitesimali su un unico tema ormai esplorato da almeno un decennio.
Siamo arrivati a un punto di non ritorno, e non poteva capitare momento migliore per dirlo di Punto di Non Ritorno, album d'esordio di Francesco Romano. Intendiamoci, non ce l'ho con lui, e non penso che abbia demeriti particolari rispetto alle altre decine di dischi indie che escono mensilmente. Si tratta semplicemente dell'ennesima riproposizione di una ricetta che ci sta venendo servita da anni. Gli elementi ci sono immancabilmente tutti: l'attitudine tra il pop e l'acustico, con quelle leggere sfumature elettroniche che tanta fortuna hanno fatto a I Cani.
Gli scenari sono, ancora una volta di più, gli stessi: amori finiti, amori iniziati, amori sbocciati, amori sfioriti. Ad aggravare, e questo è forse una pecca propria di Romano, una sdolcinatezza da far impallidire la Famiglia Mulino Bianco; l'apice ne è Coperta Maglione, una raccoltina di luoghi comuni amorosi che chiunque entro i diciotto anni dovrebbe ormai aver sviscerato più che approfonditamente.
Questi patina di sentimentalismo teen ricopre anche le poche occasioni in cui non si parla di amore. Se la title track è da encomiare per la decisione di voler cambiare tono rispetto all'album, e di farlo scegliendo un argomento tutt'altro che scontato e mai come oggi tornato d'attualità -la sopravvivenza in un mondo post-atomico-, è difficile trovare credibile la figura del padre raccontata nella canzone, che si trova ad abbracciare piangendo il figlio chiedendogli scusa -a meno che sia stato lui stesso uno dei responsabili dell'escalation nucleare, s'intende.
Insomma, Punto di Non Ritorno è l'ennesima copia di copie. Nulla aggiunge, nulla distrugge e -purtroppo- nulla trasforma.
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La recensione Punto di non ritorno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-05 02:35:00
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