La produzione di Malogrido, al secolo Enrico Minati, continua, sulla falsariga del viaggio senza speranza di una generazione con un futuro dalle tinte troppo scure. Dopo Fuori di casa anche Per mano si fonda su una domanda tanto angosciante quanto necessaria: dove andare? Il cantautore trentino non infarcisce mai la sua musica di tante risposte, e questo è un bene, ma prova a parlare del come fare le cose.
Malogrido, col fare dell'artigiano, crea il proprio beat, discreto ma di qualità, tranquillone come avrebbe potuto fare un Mac Miller qualunque, ma con una dose di chill maggiore. Senza mai scomporsi definisce con chiarezza un percorso, che non porta da nessuna parte. In questo suo mescolare canto e rap Enrico sembra voler semplicemente prendere atto di quello che sta succedendo, e anche se ci sarebbe da piangersi addosso forse è meglio non farlo.
L'approccio potrebbe apparire cinico, ma probabilmente si tratta del modo più sobrio ed elegante di oggettivizzare un problema, per aprire un varco e parlarne seriamente, senza essere tacciati di sensazionalismo. "Vedendo nero me ne andrò/ Guardando il mondo dall'oblò". In questo verso è racchiusa la forza delle parole di Malogrido, sottilmente pungenti, incredibilmente urgenti, come a voler ricordare che tra poco non ci sarà nemmeno più possibilità di andarsene.
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