Si chiama Gamaar la nuova band di Gabriella Diana con Cristian Bona e Ylenia de Rocco: già dal primo singolo le premesse erano interessanti, ma il loro esordio li presenta come una formazione molto promettente per quel che riguarda l’alternative rock italiano.
Kafka for President è un disco dissonante, distorto, rumoroso, non solo nelle sonorità ma anche nello stile di scrittura, nelle frasi spezzate e nelle note allungate del cantato che diventano essenziali per l’identità artistica. Le canzoni non sono solo registrate, sono interpretate, prendono vita, diventano reali grazie a tutta la rabbia assorbita dai testi.
Centrali per questo risultato sono gli arrangiamenti, a volte più riflessivi con un sound diluito all’estremo, a volte quasi nevrotici tra cambi di ritmo e assoli.
Il brano che da il nome al lavoro, Kafka for President, è sincero, nervoso, gridato, un manifesto chiaro delle idee del gruppo, un tentativo caotico ma non per questo poco lucido di mostrare con freddezza la realtà. Più aggressivo è Stronza, in cui un testo meno d’impatto viene compensato senza dubbio con l’attitudine.
I Gaamar però non si sono limitati a mostrare il loro lato più provocatorio, cercando di creare un disco bilanciato nelle sue varie sfumature. Ad esempio in Bomba la melodia distesa riesce a far risaltare anche la bellezza della voce di Gabriella Diana, meno pulita nei brani più duri ma in grado di raggiungere un’estensione ampia e articolata.
Kafka for President mostra una band che già sa con chiarezza il percorso che vuole intraprendere, una sicurezza dovuta alle singole esperienze ma che non è sempre scontata. La scelta di mostrare aspetti del progetto più immediati uniti ad alcune caratteristiche ricercate e difficili da far rientrare solo nell’ambito del rock rende il lavoro meno ordinario: la curiosità che nasce già dopo pochi ascolti è tanta ed è sincera quanto l’album stesso.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.