Una partenza vibrata quella dei Nonzeta che battono giù colpi di metal core e nu metal trafitto da melodie che levigano il suono, infierendo incessantemente per quasi 70 minuti.
Un massiccio sound con linee melodiche, riff pungenti e batteria incisiva.
Qualche dolce e intimista ballata (che potrebbe attribuirsi per alcuni tratti ai Marlene come "Farne un fuoco") fa da contorno ai pezzi più agitati. Testi ben elaborati dal linguaggio ricercato e abbondantemente espressivo e una voce chiara ed energica. Applausi per il non facile e coraggioso accostamento tra cantato in italiano e sound.
C'è uno stile proprio che non nasconde influenze come quelle di Tool e i Rage Against The Machine. Impetuose trame sonore iniettate dall'inarrestabile energia del gruppo che sembra non voler smettere di suonare, dilungandosi per più di un'ora. Ritmi decisi e roventi come la fremente "Sottopelle", che si collega con l'hardcore che non tralascia mai la melodia, un po' Linea 77, di "Della mia fortuna" e con la batteria vorticosa di "L'immemore". Si continua con note crossoverizzate (alcuni momenti più violenti come "In equilibrio") che si alternano ad altre più psichedeliche e altre più rockeggianti. In definitiva, "Ogni partenza" promuove la band umbra.
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