"Play That Funky Music... Italian Boy!". È questa la frase che i membri degli Wild Cherry urlerebbero se fossero ancora insieme dopo aver ascoltato Dissolvenza in Nero, il nuovo singolo degli Hotel Paure.
L'eclettico trio rock pugliese sforna un pezzo nel quale cerca di immedesimarsi in un'imbambolato spettatore che, "seduto davanti al televisore", prova a comprendere le criptiche immagini impresse sullo schermo e tratte da quell'impenetrabile film che si intitola Vita moderna, perdendo "il contatto con la realtà" mentre "il mondo fuori naviga un mare oscuro".
Gli Hotel Paure immergono infatti le loro consuete liriche d'autore, tanto sarcastiche quanto graffianti, in sonorità a metà strada tra rock, jazz-fusion e funk, tre generi fondamentali per il sound del gruppo di Trani. Ritmi affilati, un cantato in falsetto che in certi punti sembra parodiare i Cugini di Campagna, ipnotici groove di basso e riff di chitarra saturi di wah-wah e phaser: ecco la funzionale formula chimica di Dissolvenza in Nero.
Un brano che, pur restando lontano dal concetto di contemporaneità, oltre a rallegrare i timpani di moltissimi puristi della musica degli anni '70, è in grado di toccare tematiche decisamente attuali come l'obbligo malsano e non richiesto di avere un pensiero su qualsiasi cosa o del sempre maggiore potere delle fake news all'interno del tessuto sociale contemporaneo.
Non sono vivo se non mi schiero
Mi lascio morire se non coltivo un pensiero
Devo confrontare questo e quello per giudicare
Analizzare le cose, evitare la dose, di notizie faziose
Sto perdendo il contatto
Del tutto
Cantano gli Hotel Paure nella loro ultima canzone. Grazie al suo mix tra sonorità vintage e liriche contemporanee, Dissolvenza in Nero riesce a regalare un ascolto di tre minuti e 15 secondi che di certo non passa inosservato.
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