Dai: diverte parecchio. Se poi ti trovi, come spesso mi capita, in stato catalettico ai limiti dell'autoesasperazione, è pure un dischetto che può "servire". Limitatamente terapeutico. Con quel funky-rock pulito pulito, veloce veloce, carino carino. Privo di idee degne di nota sull'Annuario dell'Aggiornamento Stilistico Mondiale, ma quantomeno onesto ed arrangiato senza fronzoli – come tutto il disco, ad onor del vero di livello molto buono, soprattutto nei fiati e nella ritmica.
Con quelle ballatine swingate ("Conterò Fino A Tre") e soprattutto i lontani rimandi – ritmica vivace, fiati solisti e virtuosi, ending forsennati ("Risoluzione") - alla Gabin, soprattutto nei primi brani del disco ("L'estrazione", "Io lo farò") e ad una certa giocosa raffinatezza degli arrangiamenti.
Ed è, non a caso, proprio questo l'aspetto più riuscito del disco, sul quale La Soluzione dovrebbe lavorare in futuro: quella lontan (-issima, lo so) e però stuzzicante eco filo-french-touch che lo sostiene, dando vita a qualche pezzo dal mood – Dio mi perdoni, fulmini o scagli all'Inferno – vagamente "Pink Panther" (accelerata) by Henry Mancini. E che, per esempio, riviene fuori nel mefistofelico reaggettino di "Fino A Che".
Ma che rimane, purtroppo per i cosentini, un po' troppo latente. Solo una venatura, ecco. Lasciando, come in un saliscendi, troppo spesso spazio a cose poco belle e poco originali: reaggettini, rocckettini et similia.
Da cassare, invece, le ballate ("Luce", meno "Invasioni") che saltano fuori di tanto in tanto e che sembrano scritte per Umberto Tozzi a San Remo 1991.
Però sono bravi. Non sembrano una band funk-rock ma una miniorichestra che – sollazzandosi – si alterna fra musica da cinema, vivaci tirare funky, divertissement puro e diverse cadute di stile. Zampettante, un po' innocuo, con molte potenzialità nascoste sotto al tappeto. Le tirino fuori, lasciando stare i generi: li mischino.
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