Nomi è il disco d’esordio di Cherrylli, nome d’arte di Sofia Malpeli, nato anche grazie alla collaborazione con Dario Rabboni, noto come Dici, nella produzione.
L’album inizia con quelle che sembrano delle interessanti premesse; la direzione è di un cantautorato dalle sfumature rock, con un’alternanza di chitarre e piano all’interno di melodie costruite per dare, in teoria, l’occasione alla voce dell’artista di brillare ancora di più.
In realtà quella che sembrava una strada pulita e funzionante nel contesto, si perde quasi subito. La maggior parte dei brani assume una dimensione caotica, che tende al pop, più vicino agli ultimi anni piuttosto che a dei riferimenti classici; l’impostazione interna delle canzoni è poco d’impatto.
La voce di Cherrylli è bellissima, calda, adatta a cantare anche su delle basi più semplici, svuotate dall’eccessiva ricchezza rispetto a quelle che si trovano invece in Nomi.
Nonostante l’intensità che vuole esprimere con i racconti spesso anche molto personali nei testi, il disco è poco convincente. Quando viene lasciato più spazio alla personalità dell’artista e alla sua introspezione, in canzoni come Nuovo Fiore e Qui a Modena, l’album riesce a far emergere quelli che in un altro contesto sarebbero stati ottimi singoli e che rimangono a tutti gli effetti dei punti di forza.
Nomi è un lavoro d’esordio che lascia tanti interrogativi, soprattutto considerando quanto degli arrangiamenti diversi avrebbero potuto dare maggior valore al cantato e alla scrittura. Rimangono invece molti dubbi, nonostante Sofia Malpeli abbia dimostrato di avere una storia da raccontare e il carisma per poterlo fare in molti modi interessanti.
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