Esordio garage punk moderno ed energico, un primo tassello interessante per una via italiana al revival punk degli ultimi anni.
Cos’hanno in comune Salvador Dalì e i Blind Ride, power trio garage punk originario di Campobasso? Nientemeno che il metodo paranoico-critico, una tecnica creativa incentrata sulla trasformazione dei turbamenti psichici più o meno inconsci del singolo in materiale artistico, fino a diventare dipinti nel caso di Dalì o contorsioni punk da due minuti e mezzo per i Blind Ride. Un metodo al quale i tre si sentono tanto legati da dedicarvi il loro LP d’esordio, intitolato (senza troppe sorprese, a questo punto) Paranoid-Critical Method.
Il risultato, manco a dirlo, risente in pieno di questa paranoia compositiva: otto tracce per meno di mezz’ora di punk claustrofobico, suonato in uno scantinato dalle mura scrostate e dalle luci asettiche e tremolanti, dove il poco ossigeno rarefatto deve farsi largo tra il sudore della folla che si dimena e i miasmi delle muffe che penetrano nelle profondità di ogni parete. Il sound è sospeso tra le distorsioni fisiche del garage e le contorsioni mentali del post-punk, dando vita ad una commistione di urgenza espressiva e ricerca sonora perfettamente in linea con il revival punk britannico e irlandese degli ultimi anni (Fontaines D.C. su tutti).
Con Paranoid-Critical Method i Blind Ride si accodano al filone della rinascita punk di questi ultimi anni, dimostrando come non sia prerogativa anglofona ma possa anzi trovare terreno fertile anche da noi, dando vita a progetti dinamici e al passo coi tempi; senza perdersi nella stantia e stanca riproposizione del passato, ma revitalizzandolo e dandogli nuove energie. Bene così, Blind Ride.
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La recensione BLIND RIDE - Paranoid-Critical Method di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-31 19:00:44
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