Demikhov The Chemical Bath 2023 - Sperimentale, Noise, Hardcore

The Chemical Bath precedente precedente

Il nuovo album del trio lombardo è tanto terrificante quanto fondamentale per dare nuova linfa a un senso di esplorazione votato a una ridefinizione di forme e contenuti

Scienziati e cosmisti russi, visioni di un'umanità che non ha più nulla da offrire se non nell'ambito di potenzialità altre rispetto alla sfera sensoriale e percettiva contemporanea, avanguardie etiche e interpersonali in via di definizione perennemente sperimentale, l'esperimento stesso come matrice per oltrepassare l'idea della morte come fine di tutte le cose elevando l'umano-non-umano a unica divinità terrena possibile. Sono pressappoco queste le basi sostanziali su cui si poggia l'impianto stilistico e concettuale dei lombardi Demikhov (nome scelto, non a caso, in riferimento a quel Vladimir Petrovič Demichov che fu padre dei trapianti di cuore e polmoni ma anche artefice del terrificante cane a due teste), giunti a una nuova creazione sonora che arriva come un macigno a disintegrare certezze, instillando dubbi e inquietudini per prosciugare speranze di realizzazione emotiva in linea con una qualsivoglia pace dei sensi che non sia quella eterna, qui e ora, anche in vita.

Il nuovo lavoro The chemical bath, infatti, opera una vera e propria dissezione cognitiva che prende il cervello umano e lo trapianta in involucri fatti, sì, di materia organica ma putrefatta e in via di rieducazione muscolare per un nuovo inizio, non importa se incerto, fugace o inevitabilmente fallimentare. Conta ciò che c'è nel mezzo tra la cronenberghiana nuova carne e la fine di ogni ipotesi di rivitalizzazione per destini sovrumani e lontani anni luce da una formalità villana e scevra di spunti (per quanto, alla comune opinione, malignamente) creativi, affinché ogni secondo di esistenza alternativa guadagnato faccia da volano per ulteriori e sempre più inconsce diramazioni sensoriali. Ma più si scava tra i meandri di recondite possibilità espressive, più si sciolgono ghiacciai e virus alieni ripendono la loro primordiale lotta per la sopravvivenza e per il diritto di esistere al pari di ogni altra forma o sostanza vitale.

Così, in quel 'mare magnum' che il trio lombardo decide di sprigionare tra distorsioni urticanti, grida a squarciagola e tessiture apparentemente sconnesse con ogni lucida concezione compositiva ma, in realtà, forsennatamente orientate verso un nuovo ordine e, appunto, una nuova carne tanto sonora quanto concettuale, matura anima e corpo un compattissimo approccio noise-drone lisergico che non esita, fin da subito, a mettere in chiaro le proprie intenzioni attraverso frastornanti e paurosi infernalismi dark-scream-industrial (Science! Science! Science!). Tutto è sovraesposto in un caos zulawskiano sotto bombardamento primordiale che conduce verso possenti venature post-hardcore ma sempre enormemente intrise di rumorismo e follia complessiva dilagante (The leader is dead – and everyone is grieving), anche se con più criterio esecutivo votato ad approcci sludge, post-prog-metal e underground quasi alla Jesus Lizard in acido solforico, prima di votarsi a psicosi apocalittiche a mo' di Sunn O))), Unsane e Fantômas vittime di attacchi di panico pluriomicida (Abrikosov formula).

Ma la visita guidata nell'oltretomba si completa grazie a un senso sonoro che si fa sempre più dedito a una considerevole claustrofobia uditiva, complice anche un gran lavoro di collage con rispettivo montaggio concettuale (The chemical bath). Caratteristica, questa, che dispiega gran parte del suo potenziale nella sterminata – e sterminante – suite finale (Mausoleum), diversamente sano coacervo di dilatazioni doom orrorifiche, massacri noise-underground, macerie psichedeliche letali, pulviscoli death-noise, cime industrial terminali, dissezioni black e caratterizzazioni death-drone-ambient in combutta con aloni dark al servizio di morte e rinascita del senso stesso del dare vita a un'opera discografica.

Terrificante ma, al contempo, appagante ed esorcizzante per idee di esplorazione troppo spesso prive di coraggio o giusta predisposizione al martirio di forme in funzione di nuovi contenuti. Ossigeno sulfureo in redenzione dalla ridondante piattezza di svariate produzioni nostrane senza scopo né identità.

---
La recensione The Chemical Bath di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-02-23 17:15:16

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia