I Giardini di pietra esordiscono nel 2018 con un singolo, due singoli, tre singoli. Altri ancora, uno dietro l'altro fino al loro primo disco, uscito a luglio 2022. Si chiama Pieno vuoto, un ossimoro ripreso per tutto l'album.
Petra Dotti e Carmelo Giacchino creano panorami musicali complessi, intrecciando armonie e strumenti inusuali. Fiati e drum machine si scontrano con voci annegate in effetti elettronici. È electro-folk-pop che nota dopo nota si stacca da terra per decollare con ritmi cadenzati. Ricordano i Tersø, band bolognese con i sintetizzatori sempre tra le mani, ma con un elemento in più.
I Giardini di pietra sono orchestrali, sono un insieme di musicisti sempre diversi. Al centro del progetto si trovano Petra e Carmelo, ma nei live compongono vere e proprie orchestre non convenzionali. Niente violini e violoncelli, ma chitarre, percussioni, fiati, tastiere ed elettronica. In Pieno vuoto fanno la stessa cosa. Creano fitte composizioni che si alternano a momenti scarni. Pieno-vuoto.
L'unica pecca è la produzione del disco. I suoni sono impastati e poco brillanti, e le armonie – di per sé molto complesse – finiscono per non essere orecchiabili.
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