Che non vengono da Bristol si capisce da un bel po' di cose. Cantano in italiano e le melodie sono quelle della nostra tradizione peninsulare, che dagli anni cinquanta continua la sua evoluzione, elegante e statica. Piena dei soliti grandi ritornelli da cantare a squarciagola in sella al Ciaetto Piaggio (con le seconde voci di centinaia di moscerini ingurgitati tipo balena col placton) o sotto l'ombrellone, impastellati di sabbia e crema solare come vacanzieri adriatici e felici, con costumi interi a fiori per le signore e Supertele (pochi grammi di plastica sferica bicolore) per i bambini: "Lavorare, lavorare… Preferisco il rumore del mare!".
Quindi, i Diabolico Coupé vengono da Macerata, Marche, e fanno trip-hop. Più pop che hop, a dire il vero, ma comunque molto trip (che ridere parlare così!). Lontani da Bristol, a mangiare pastasciutta con noi, questi ragazzi ascoltano di tutto e cucinano un'elettronica italica, vestita bene, vintage e costosa. Sporca il giusto. Come dei jeans Diesel da 200 euro: come usati, ma nuovi. O venduti come tali.
La voce di Anna Castellani si muove acida, femmina, bella e sinuosa tra synth e scratch, tastiere e drum machine, più basso, chitarra e batteria. E parla d'amore; di ricordi, città e volti; di lavori, prodotti e consumi; di sogni, frammenti e illusioni; di storie e di idee. Come solo le donne riescono a fare. Bastano poche parole per mettere un uomo in imbarazzo o per farlo sentire in colpa. Verba manent. Come questi suoni e campioni, che rimangono, rimandano e concludono questo viaggio pieno di vecchi precedenti, nelle ideali regioni dell'armonia. Ed è un lieto fine che vale come una preghiera per un nuovo inizio: "Aiutami a cambiare ciò che non cambia mai" . Perché di qualcosa di nuovo c'è sempre bisogno. Capito diabolici?
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La recensione Diabolico Coupè di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-04-03 00:00:00
COMMENTI (3)
sottoscrivo il pensiero del collega (e succede rarissimamente...) :]
a me sembra che Francesco abbia colto bene lo spirito del disco... e, come già ti dissi Emanuele, nemmeno a me il disco è piaciuto... è in ritardo di una decina d'anni ed un grosso passo indietro rispetto all'ottimo modo in cui avevate esordito. effettivamente manca la "novità", suona "vecchio"... e non è un fatto di moda, ma di attualità.
Messaggio ricevuto caro Francesco, anche se i toni da maestrino sarebbero da lasciare ai banchi di scuola... ma ci può stare, vista la prima uscita e lo stimolo che fa sempre bene. Non è qui il problema quanto magari nel capire cos'è la novità di cui parli, perchè tra tante metafore sui Diesel nuovi ma vecchi e giochi di parole tra il trip e l'hop, nuovi termini come "elettronica costosa" che metterò subito nella nostra biografia, quali sarebbero le novità da innestare? almeno far capire dove sono secondo te i problemi (che sicuramente ci sono, per fortuna!), sarebbe "compito" di un recensore no? soprattutto su una testata bella ed importante come rockit....Per il resto viva i ritornelli da cantare a squarciagola, che hanno ben poco a che spartire con le creme solari, e tempo al tempo. Meglio un gruppo che cresce e prende consapevolezza dei propri mezzi che un'uscita spettacolare per poi finire nell'oblio, come facemmo anche noi anni fa: si rischia di finire vittime della fama di novità, appunto, e dei gusti, delle mode del momento, per poi scomparire...e non imparare nulla.
Yo
Emanuele aka femore - Diabolico C.