Claudio Orfei e le modulazioni della sua voce
Di My Wonderland di Claudio Orfei, al netto del buon disco che è, mi ha davvero impressionato quando ho "scoperto" che si tratta del lavoro d'esordio dell'artista romano. Qualcosa di abbastanza notevole se si considera che abbiamo davanti il più classico dei concept-album dove l'artista si rapporta alla"Realtà in modi non convenzionali, mosso dalla mia disabilità visiva e da altre caratteristiche che disegnano il mio essere e che ogni giorno mi regalano la possibilità di rileggere ciò che mi circonda tramite l’immaginazione, avvicinandomi al mondo in un modo tutto mio".
In un pezzo, ad esempio, come "My Hope" si capisce bene quanto ha scritto lo stesso Orfei. In una traccia dove è molto più presente "il togliere" piuttosto che "l'aggiungere" vengono bene fuori le doti interpretative del cantautore romano che costruisce un discorso, giustappunto, in musica e in parole molto interessante.
A mio avviso, al netto che si sta sempre parlando di un esordio, meno interessanti sono le parti più "prodotte", dove si sente un po' troppo la "macchina industriale" dietro a questo lavoro. Laddove, appunto, c'è meno, in maniera paradossale ma neppure troppo, c'è di più Vedremo se prossimamente Claudio Orfei opterà per l'una oppure per l'altra strada oppure ancora saprà trovare una "giusta misura" tra di esse.
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La recensione My Wonderland di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-05 08:12:30
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