Una manciata di singoli per catalizzare l'attenzione e "scaldare il motore", ecco che arriva la tanto agognata pubblicazione di un album la cui gestazione è stata lunga e tortuosa: per Iride, finalmente è realtà il long play "Quello che resta", rilasciato in totale indipendenza.
Dodici tracce per una proposta d'ascolto a lenta maturazione: la band di Mirandola ha necessitato di tempo per metabolizzare gli ostacoli logistici che si sono posti nel periodo di scrittura, ed il nucleo concettuale dell'intera tracklist si focalizza proprio intorno al tempo che passa e le evoluzioni dei giorni che, inesorabilmente, diventano mesi e anni. Fra stanze dalle forti tinte alt-rock, si muovono veloci e agili le parole di una forma cantautoriale solida, robusta ma al tempo stesso versatile e multisfaccettata, la cui urgenza si concretizza nello spingere a mille i ritmi abbinandoci un meticoloso gioco di tensioni e fasi di rilassamento.
Un disco che mostra, in modo inequivocabile, come la band abbia polso nel giostrare il proprio registro espressivo, sapendo alla perfezione cosa condividere con i timpani del fruitore e come farlo. Davvero poco (niente, a dirla tutta) da eccepire: avanti così verso ulteriori sviluppi, facendosi beffa di eventuali ulteriori ostacoli che proveranno a frapporsi sul percorso.
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