La bellezza di urlare forte la cenere di questi tempi
Gridiamo tutti insieme ad Alec Temple soffiando la cenere di questi tempi, di queste guerre, dei rapporti che sbiadiscono troppo rapidamente, di questa generazione che resta ferma con un foglio in mano, bianco. Siamo ancora appesi alla paura di un eterno giudizio di condanna. Fine pena mai.
Così possiamo cantare tutti insieme "Vago come un reduce, siamo le Americhe, io sono alla deriva al limite della mia Terra, cerco uno spazio...".
Piangiamo un po' insieme ad Alec Temple sotto un sole che non ci scalda più, nonostante il riscaldamento globale e Greta Thunberg. Siamo rimasti con le briciole e le nuvole sfumate tra le dita, siamo macerie di ville che non si guardano più in cima alla collina.
La voce dell'artista lombardo sa essere profonda, soul, a tratti bambina, androgina, comunque urlata, intensa e bella. In questo singolo, prodotto da VAGO XVII, la sua interpretazione danza forte sul pianoforte. E' una lezione di canto, di espressività e di timbrica vocale.
Cenere è un brano piuttosto raro, uno di quei pezzi che ti piovono a sorpresa nelle orecchie, nella testa e nell'anima senza preavviso, nel cuore di una stagione grigia e fredda della vita, per lasciarti un segno buono, agrodolce e dolcemente malinconico.
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La recensione Cenere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-29 18:40:23
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