Un indie pop gradevole ma troppo poco incisivo, che non riesce a spiccare dal sottofondo indie contemporaneo.
64018: cinque cifre in apparenza casuali che hanno finito per avere un ruolo determinante nella vita di alcune persone. 64018: il CAP di Tortoreto, undicimila anime in provincia di Teramo, dove prende vita l’avventura dei Metanoia. Un posto che ha influenzato così profondamente le vite dei quattro membri della band da spingerli a chiamare con questo codice la loro seconda uscita, 64018 appunto.
E fin da subito, infatti, si respira quell’atmosfera di tardoadolescenza provinciale: sonorità nel più classico equilibrio di indie e pop, con occasionali sterzate funk che danno una boccata di frizzantezza al tutto. Anche i testi dei brani sono sulla medesima linea, una serie di fotografie quotidiane che immortalano storie nelle quali è facile riconoscere noi stessi.
I Metanoia suonano come il classico gruppo delle superiori a un passo dal farcela, quello che tutti siamo andati a sentire almeno una volta, se non altro perché erano nella stessa classe del fratello del nostro compagno, e diceva che ci stavano. Arrivati a questo punto, i Metanoia devono fare l’ultimo passo: quello che permetta loro di staccarsi dallo sfondo fin troppo affollato di band indie ex-liceali e di trovarsi un’energia propria, meno stereotipata. Le canzoni funzionano per una serata revival in compagnia, ma mancano di un’impronta contraddistinta, di un valore aggiunto che faccia scegliere loro rispetto a tante altre realtà di simile provenienza. Maggiore lavoro e intraprendenza sul proprio sound consentiranno ai Metanoia di puntare in alto.
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La recensione 64018 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-29 01:55:13
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