Non sono necessari molti ascolti per apprezzare i Dàmien*, ma dopo un certo numero ci si rende conto del valore aggiuntivo rispetto alla massa. Il loro terzo lavoro, un Ep del 2006, come i precedenti autoprodotto, suona maledettamente bene. A sorprendermi è la capacità di ottenere un simile risultato registrando tutto nel garage di casa: non parlo di qualità sonora, perché la fedeltà è logicamente bassa, ma è la creatività, il gusto e l’energia del gruppo a convincere.
Con queste sei tracce i ragazzi di Pesaro dimostrano un affiatamento fuori dal comune. Fra i brani, che sono – senza esagerare - uno più bello dell’altro, scorre tanta musica indipendente anni novanta: c’è il piglio sbarazzino dei Supergrass, la spensieratezza dei Grandaddy, l’estro dei Weezer e la voluta confusione sonora dei Jesus & Mary Chain di "Munki". Insomma un rock a bassa definizione con un pizzico di leggerezza pop. Perfetto per le prime giornate di sole, magari passate fuori città, in viaggio con la macchina verso mete imprecisate, con il vento fra i capelli e la gola rossa per aver cantato troppo. “Flame thrower, April shower” trasmette proprio questo: la serenità di una giornata assolata e l’incanto dell’incoscienza giovanile.
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La recensione Flame thrower, April shower Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-06-18 00:00:00
COMMENTI (2)
Lunga vita ai Damien. Lunghissima, cazzo.
Pertini attende.
Grazie per le belle parole, davvero!!!
:)