Chi vive al mare per dodici mesi lo sa. Quando arriva l'autunno e le spiagge si svuotano, la riviera diventa luogo di malinconia e solitudine. I mesi più freddi, in una provincia che si affaccia sull'Adriatico, sono mesi di pace e di noia, di passeggiate lunghe sulle battigie abbandonate, ad osservare i resti dell'estate passata e a riempire la mente di speranze per quella futura. Fossili e umani si incontrano e si danno del tu.
Il mare d'inverno alcuni lo preferiscono a quello dei quaranta gradi fissi e dei bambini urlanti. Per chi ci vive e lo vive quotidianamente rappresenta praticamente uno stato d'animo (scusate la frase fatta). È quasi un marchio sulla propria personalità, una ruga profonda che traccia un solco nell'anima, è sostanzialmente senso di appartenenza a un modo di vivere lontano da quello caotico delle metropoli.
Questo disco nasce proprio da lunghe passeggiate solitarie, ma non ha nulla di malinconico. È il suono di una rabbia primordiale, che esiste da quando esiste l'uomo e il suo rapporto viscerale con il dio Mare. L' Adriatico è un mare stretto, caldo, come i suoni di Wild Boar che si lasciano trasportare dai venti minacciosi, per poi rallentare alla prima afa estiva. I passi nella sabbia sono quelli di Mammatus, pesanti e distorti, pieni di illusioni che sfociano nelle finte melodie di A Giant Summer.
Sono atmosfere che appartengono al duo abruzzese da sempre, da quando il chitarrista e fondatore Angelo "Xunah" Mirolli ha preso in mano il progetto nel 2007, portandolo ad avere contorni definiti con l'album Dromomania per poi spingerlo alle estreme conseguenze con il doom-stoner di Colostrum. Sette anni dopo, Adriatic Desert suona come un ritorno all'essenza più pura della band, ma con un bagaglio di ascolto e influenze decisamente più ricco. In riva al mare possiamo respirare le chitarre sabbiose degli Sleep che si confondono con quelle dei Black Sabbath e dei Nebula, per poi sfociare nelle onde degli Electric Wizard immaginando la Sky Valley dei Kyuss.
Il rock desertico che si stabilisce in provincia, sulle rive del mare, schizofrenico in Acid Lime e colossale, mastodontico, primitivo di Fluorescent Dinosaur, la "camminata" lunghissima e conclusiva del disco.
Fra psichedelia e isolamento, un ritorno che non delude mai.
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