Un lavoro dal backgroun sinfonico che si avvicina al metal, con un po' di ripetitività e qualche buona intuizione
Se siamo abituati a vedere discografia di ambito metal arricchirsi (o impasticciarsi, dipende), questo ‘The Villain Era’ di Danielpix ci presenta il caso, non troppo frequente, di un progetto musicale di estrazione sinfonica (e già non è esattamente materia quotidiana) impegnato in un progressiva ibridazione con sonorità trova proprio in questo terzo album ‘The Villain Era’. Un lavoro che all’ascolto si presenta di stampo marcatamente rock/metal, dove però il discorso melodico è portato avanti da suoni di piano e archi, e dove, soprattutto, la trama musicale ruota intorno ad uno spiccato senso melodrammatico, con picchi di lirismo ed epicità.
Siamo lontani dalle elucubrazioni simil-progressive del metal sinfonico più pesante, e vicini ad un suono anni ‘90/‘2000 che, nella sua componente sinfonica arriva dalle parti di certo Got nu metal, dalle parti di Nightwish o addirittura di Evanescence o Him, chiaramente declinati in un discorso strumentale, compatibile con ambizioni di colonna sonora, cinematografica o, ancora meglio, videoludica. Un’estetica musicale che però, alla lunga, sembra fare leva su soluzioni abbastanza simili tra di loro e su un enfasi emotiva che può stancare, rischiando di appesantire dopo un po’ di tracce.
Molto meglio, invece, le composizioni che si allontanano leggermente dal seminato e sperimentano sfumature diverse, come i richiami orientali della semiacustica Dune (non il titolo più fantasioso, ma ok) e l’elettronica di Everlasting Temptations), con i suoi toni melanconici e riflessivi, sulle corde della produzione più tarda dei Linkin Park.
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La recensione The Villain Era di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-04 16:34:09
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