Nel 1962 chiude definitivamente il teatro Grand Guignol di Parigi, tempio di atrocità sceniche, esorcismi di vita difficile che alienava il pubblico famelico di orrori peggiori della proprio vita, seppure nella falsità di una rappresentazione, un vero e proprio teatro horror-splatter insomma. C’è da chiedersi quale fosse la colonna sonora di tali spettacoli, partendo dagli anni della fondazione (1896-1897), perché nel caso la musica dei Faunalia si inserirebbe senza grossi problemi.
Le note grevi, le chitarre basse a tratti lancinanti, ritmi ripetitivi (talvolta simili in canzoni diverse), la voce teatrale su testi non troppo cantati, potrebbero sostenere l’antico show, caricandolo di ulteriore suspense e visioni emotive soffocanti. Non c’è la profondità vocale di Ferretti, azzardiamone la tendenza; ci sono le chitarre del periodo più dark dei Cure (“Pornography”, giusto per puntualizzare); ma gli apici di coinvolgimento dei pezzi sono altalenanti, forse un po’ più di convinzione solo in “Spaventate Immagini”, come se l’ipotetico spettacolo grandguignolesco da loro musicato offrisse una “semplice” (permettetemi questo aggettivo, sebbene la morte non sia mai semplice così come la vita) morte per vecchiaia. Rimane un pubblico ammutolito, senza applausi.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-10-20 00:00:00
COMMENTI (1)
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