fosca
Altrove 2023 - Cantautoriale, Post-Rock, Ambient

Altrove
07/05/2023 - 22:28 Scritto da Giuseppe Catani

C’era una volta Fosca. E c’è ancora.

C’era una volta Fosca, cantautore da cameretta. Una chitarra, un pc e via a buttar giù canzoni come se il lo-fi non avesse un domani. Con un disco, uscito nel 2019, come risultato di tante giornate passate a sviscerare idee, a intersecare musica e parole. Il primo album di Fosca, questo il titolo, anche se, in realtà, si trattava di un EP. Va be’, son particolari.

Ora Fosca, all’anagrafe Erich Kuhel, non è più da solo: ha scelto il gioco di squadra. Il computer? Roba da nerd. Meglio una band. Una band vera, numerosa. I Fosca. E quando devi dividere il companatico con tredici musicisti, è chiaro che la cameretta non può più bastare. Per venire a capo di Altrove, c’è stato bisogno di spazio.

Uno spazio che il gruppo ha dilatato con intrecci sonori in massima parte acustici, intimistici, lenti. Ricordate quando, una ventina di anni or sono (più o meno) uscirono tutte quelle band dal suono indolente, flemmatico, torbido? Per dire: i Black Heart Procession, gli Arab Strap, i Tindersticks, i Three Mile Pilot, oltre agli splendidi album della label spagnola Aquarela? Citazioni disomogenee anzichenò, certo, ma il milieu è quello lì. Che i Fosca, poi, preferiscano abbeverarsi (anche) da altre fonti, è doveroso sottolinearlo. Perché non evocare i Mojave 3 più sognanti, oppure Bon Iver, se non, forse soprattutto, il Robert Wyatt degli anni ’90? Paragoni che reggono fino a un certo punto. Perché i Fosca non mancano di macinare tanto sano post rock. Fino a esprimere un’elettricità rotonda, circolare, malinconica, attraversata spesso e volentieri da suoni di fiati, viole, violini, violoncelli, di un pianoforte. La tensione è continua, sottile, fino a trovare il proprio compimento all'interno di brani in grado di sconfinare in sezioni strumentali più o meno lunghi, che provano a fare il verso a melodie classicheggianti, se non prog (Intermezzo) o a una forma canzone più collaudata, leggasi i sofferti arpeggi acustici della conclusiva Altrove pt. 2.

Un suono che prova proprio a indirizzarsi verso un altrove. Arthur Rimbaud diceva che la vita è altrove, e quando Kuhel, nei testi che accompagnano le canzoni dei Fosca, abbraccia i sogni, l’eros, la morte, il desiderio di fuggire e di perdersi, prova anch’egli a immedesimarsi in un ladro di fuoco. Esageriamo? Forse sì, però questo disco, nella sua polverosità, nella consonanza tra testi e veste musicale, gode di un innegabile fascino. C’era una volta Fosca. Fosca c’è ancora. Anche se ama andare piano.      

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.