Essere astrusi, essere a tutti i costi complessi, o complicati, quasi come imperativo categorico, farlo all'inizio di un percorso musicale o come biglietto da visita di un progetto. Non sempre è fruttuoso, non sempre porta fortuna, anzi, al contrario potrebbe far puntare gli occhi di tutti addosso, per la troppa spocchia, per la mancanza di quella visione d'insieme che per Woody Allen era la caratteristica del genio. Ma di geni spesso non ce ne facciamo nulla, e sicuramente non se ne fa nulla The Riva, nome d'arte di Davide Ravo.
Il suo ep d'esordio è fatto di tre confessioni inconsce, non si sa se a cuore aperto, e di un'intro da library music anni '70, perfetto inizio di circostanza per entrare del tutto nel mood ambiguo in cui ci chiediamo: è tutto serio o ci sta prendendo con amore per il culo?
Anthropogus è a tutti gli effetti la prima traccia dell'ep di The Riva, e comincia con una serie di note che fanno il verso al Bolero di Ravel, prima che la voce componga la sua personale danza intorno ai ricordi disillusi di un amore. Labbra morsicate, non si sa da chi, le camminate, l'augurio di sfortuna. "Ti stringo la mano/ e poi te la mordo", questa la chiosa geniale e tenera allo stesso tempo. Non ci abbiamo capito granché, ma abbiamo percepito alcune sensazioni, uno scorcio di vita parziale a cui segue Istanti, ballata dissonante che tenta l'avvicinamento al romanticismo disperato di Daniel Johnston, perdendosi nell'indefinitezza.
Naturalhomonduscranei, quarta traccia, è un ulteriore cambio di registro, elettro-pop da camera, un piglio divertito e in qualche modo anche divertente, pieno di aggrovigliamenti lirici, che alla lunga rischiano di respingere più che attirare. The Riva sa il fatto suo tuttavia, e si aggrappa ai nostri cuori con echi ai Camillas, che continuano molto più espliciti in aMare e vagamente nella chiusura Ciao, in una danza psicotica fatta di ghigni sornioni, con gli occhi che controllano tutto intorno se la gente è abbastanza divertita.
The Riva funziona quando non cerca a tutti i costi approvazione con ammiccamenti evitabili, ma soprattutto quando l'autore non si autocompiace. Il potenziale è alto, basta lasciarsi andare un po' di più, avendo fiducia fino in fondo di quello che si ha da dire. Ricominciare dal flow disperato di Ciao, sperando sia un "arrivederci in questa forma"
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