L'omonimo disco di Hugomorales ha dentro talmente tante cose che il rischio vero, al di là se sia o meno valida la proposta musicale (ci arriveremo), è quello di perdersi. Se però, come me, amate i dischi "open-world", diciamo così, allora sicuramente apprezzerete l'ardire di questo cantautore così particolare, che mischia, senza avere alcun tipo di tentennamento, una vena pop con dei verticalismi lisergici e psichedelici degni di nota.
Quando questo mix funziona, è una bellezza, come ad esempio in "Intelligenza artificiale" dove l'equilibrio tra questi due componenti non solo viene raggiunto in scioltezza ma anzi sfruttato per dare forma e sostanza all'intero, ottimo, brano. Peccato che, come avrete forse intuito, questo grado di amalgama non è costante e, soprattutto, nella prima parte del disco viene meno.
Eppure al netto di queste sbavature, comunque evidente, Hugomorales è un bel disco, variegato e profumato, come un gelato artigianale ad aprile.
“In questo disco troverete giraffe spaziali guardiane del sistema solare” dice Emiliano Angelelli, “mucche arcobaleno assai poco sentimentali, palazzi di gelato, danzatrici del ventre (distruttrici di mondi), telecinetici alla carota, uomini contenti per nulla dediti allo sport, serpenti mangiatori di unghie, intelligenze artificiali, western al tonno, western al pollo e uomini intrappolati in Photoshop”.“Hugomorales” è un disco per bambini, animali e adulti ancora non compromessi dalla vita (non a caso i testi di “Mucca arcobaleno” e “Palazzo di gelato” sono liberamente ispirati da favole di Gianni Rodari)".
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