Hood è un classico collettivo di otto ragazzi che fa una cosa straordinaria. Vengono da tutta Italia e mescolano dialetti, timbri vocali e stili musicali diversi, insomma quello che fanno tutti i collettivi fin qui. Ma quello che li rende originali è il carattere hardcore. Nel loro nuovo album, Sottopelle raggiungono i limiti estremi e accostano l'urban-pop di Franco 126 con il rap hardcore di Noyz Narcos, fino a qualche momento di pop corale.
Avete mai sentito screammare un trapper napoletano? Troppo poco, alziamo la posta. Aggiungete un duetto tra il trapper e un cantante milanese dalla voce pulita. Anzi, già che ci siete immaginate che ci siano anche chitarre post rock e beat brutali. È Hollywood, il primo brano del disco. Ma non si ammorbidiscono andando avanti. Fondono i loro backround, ma non trovano un incontro a metà strada. Incollano senza pietà elementi trap, hardcore, punk e rap. Il risultato è mozzafiato.
Male così è la quota delicata dell'album. È uno stacco lento, in cui si sente l'eco degli Psicologi, prima di tornare a martellare barre durissime con una drum machine profondissima. I membri di Hood non hanno fatto sconti o compromessi e hanno trovato una buona strada da percorrere.
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