Una perla post-rock fuori da ogni epoca.
I Death Mantra For Lazarus nascono a Pescara nel 2009. All'interno del progetto confluiscono componenti con alle spalle esperienze in band come Milf, Zippo e Santo Niente (band di culto del rock alternativo anni '90).
Dopo il disco d'esordio, MU, la band si prende una pausa irragionevole fino al 2019, quando decide di rimettersi al lavoro per la produzione di questo nuovo album, DMFL, che arriva oggi a quattro anni di distanza.
È un disco puramente strumentale, in cui il post-rock è al servizio della nostalgia per un tempo che non esiste più. Lo sfondo ideale per questo sentimento sonoro è il paesaggio abruzzese, una specie di diario della memoria da cui pescare ricordi ed emozioni.
E le tracce fanno il loro sacrosanto dovere: Church Superdelay apre un viaggio nel cuore della malinconia in cui sintetizzatori e chitarre aprono scenari emotivi devastanti; ma è in Marbles che le sensazioni si dilatano maggiormente, anche grazie ai violini di Valeria Vadini.
Dentro l'album c'è spazio anche per le tendenze più anni '90 di Laika Cold! Laika Cold!, brano che si lascia trasportare in territori post-rock che sfiorano i mondi dello shoegaze. E che dire di Like Dolphins? Brano a due voci in cui le chitarre si fanno struggenti, accompagnatrici esperte nei deserti malinconici della memoria.
Il nuovo lavoro dei Death Mantra For Lazarus è un disco senza tempo, per il semplice motivo che questa musica esiste per andare oltre le mode, oltre i periodi, per preservare una certa attitudine alla scrittura. Un regalo a chi ascolta e a chi sa amare certe suggestioni.
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La recensione Dmfl di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-27 08:48:40
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