Disco che mira alla profondità, colorato da sonorità hip-hop. Ne risulta una proposta sincera ed empatica, che può segnare sviluppi interessanti
Mattia Righi formalizza la chiusura di un periodo prospero, sul piano dell'inventiva, pubblicando un extended play di brani inediti sotto il moniker Rigo: il suo primo disco si intitola "Esco, vago, torno", ed ha visto la luce il più recente 5 maggio in piena indipendenza da qualsivoglia legame discografico.
Sette canzoni per una proposta abbastanza corposa, eloquente nel riuscire a restituirci una visione della musica dell'artista di Cesena sostanzialmente completa. Si naviga a vista fra strutture hip-hop ortodosse, con il giusto tributo alle vecchie scuole che viene declinato attraverso un songwriting agile e profondo, moderno ed empatico verso l'ascoltatore. Perché Rigo riesce nel (difficile) intento di parlare al suo fruitore, e farlo ritrovare e impersonare nelle storie che racconta, nei piccoli frammenti di quotidiano che ha deciso di condividere, coraggiosamente e in totale trasparenza.
Parlare apertamente è sempre una strada vincente, per quanto doloroso possa risultare: merito a chi ha firmato "Esco, vago, torno", un album emerso senza troppe pretese ma che ha cose da dire (e sa come dirle).
Attenderemo con fiducia gli ulteriori sviluppi, certi di assistere a una costante crescita tanto della persona quanto della mente e dell'anima creativa che anima l'intero progetto.
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La recensione Esco, vago, torno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-29 15:26:38
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