Tre produttori alla ricerca dell'electro perduto
Alessandro, Simone e Marco, ovvero i Modulaar nel loro disco omonimo si sono imposti uno e un solo obiettivo: ricercare l'electro perduto, ovvero un certo qual modo di fare musica che, traendo spunto e ispirazione dagli anni Ottanta, li ha poi ibridati con la musica elettronica dei primi Duemila per farne una sorta di chimera votata a far ballare e divertire la gente. Ne scaturisce un disco che non ho timore a definire molto muscolare, con pezzi come "Air", la mia canzone preferita, che paiono proprio essere costruiti per essere suonati negli stadi, proprio per la loro "muscolatura" possente e granitica.
Certo, se amate un tipo di approccio al mondo dell'elettronica, diciamo così, più velato e anche, da un certo punto di vista, raffinato probabilmente la ricetta dei Modulaar non farà per voi: Alessandro, Simone e Marco, infatti, come detto poc'anzi, non hanno interesse nell'apparecchiare il piatto ma si fiondano direttamente al buffet. E si mettono a ballare.
Il loro omonimo disco, anche se, a mio avviso, presenta un inizio un po' troppo in tono minore rispetto all'esclusione della seconda metà, è pieno zeppo di canzoni interessanti, ideali da far suonare nelle feste, come "Eternal", che pare proprio essere stata ideato pensando a una festa in riva al mare, al tramonto. E visto che, forse, l'estate è alle porte, si può prevedere una capatina da questi lidi, no?
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La recensione Modulaar di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-16 08:06:00
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