Persino quel mattacchione di Herman Hesse sosteneva che "ogni sublime umorismo comincia con la rinuncia dell'uomo a prendere sul serio la propria persona". Ed in questo faticoso mondo indipendente che si prende troppo sul serio, sapere che esiste Bubblegun è un sollievo. Innamorato di Fat Boy Slim e dell'estetica audiovisiva dei b-movie di fantascienza, Lele Colombo si trasforma in un dj per festicciole interstellari, portandosi dietro confezioni di latte marziano con il suo esilarante effetto psicotropico. La sua è infatti musica da suonare nello spazio, nel senso che c'è fisicamente bisogno di spazio per ballare ed improvvisare coreografie degne del gioca jouer. A vigilare ci sono anche Propellerheads e The Chemical Brothers, anche se qui c'è meno bravura e molta più improvvisazione a bassa fedeltà. Canzoni costruite attraverso manipolazioni elettroniche che si sviluppano su big beat scanzonati e motivetti in acido. E pur senza essere originale, Bubblegun ha un sapore particolare. Forse per quell'aria cialtrona da nerd reinventatosi cool e costretto ad aggrapparsi a tutta la propria ironia per non farsi scoprire da cubiste e fighetti. Certo è che queste canzoncine spingono dietro la schiena e costringono a sorridere e battere il piede. Manca ancora qualcosa per portarlo definitivamente in trionfo, ma se Bubbglegun riuscirà a mantenere intatta la sua voglia di divertirsi e potenziare la sua irresistibile vena riempipista, probabilmente diventerà una presenza obbligata in tutte le valigette per dj set.
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