Tranquillità espansa di un giovedì mattina, freddo e limpido, atmosfera sonnacchiosa, e piatta come la pancia che vorrei. I Goose girano da un po’nel lettore, e non si può certo dire che servano a dare una sferzata di energia o uno smacco all’anedonia delle sette e trenta. Undici tracce pop rock che paiono solo accennate, una pianura immobile attraversata da una voce poco originale e stanca, sonorità già sentite e ingoiate e digerite, cori irritanti come la pioggia il sabato sera. Ci sono oramai folle di band che riciclano suoni banali per renderli ancora più banali, e definirle diventa sempre più difficile ché, come è ovvio che sia, la bellezza ispira e la bruttezza atterrisce. E al di là di buone registrazioni, attenzione e tecnica, manca la cosa principale: l’intenzione. Il lavoro dei Goose non aggredisce e non morde e pare non aprir bocca, e allora non resta che continuare a guardare i binari, e le foglie gialle, il vuoto del vuoto perfetto del vegetale secco.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.