Un disco ispirato al secolo delle grandi passioni e delle grandi distruzioni.
"Un disco ispirato al secolo delle grandi passioni e delle grandi distruzioni". Vero è che non bisogna lasciarsi distrarre, troppo, dalla "pubblicità del marketing musicale e non" ma debbo proprio ammettere che questa frase mi è bastata, diciamo così, per farmi sorgere tanta curiosità attorno al nuovo disco de Il ciclo di Bethe. La band romana con Novecento, a mio avviso, realizza un grande lavoro, dove con sapienza e intelligenza imposta una struttura di fondo rock, con alcune diramazioni nel grunge e nella new-wave più possente di grande gusto, elevandola poi con testi mai banali ma anzi profondi e intriganti. Ne viene fuori un disco poderoso, da ascoltare con calma e attenzione, perché i rimandi, le citazioni, i riferimenti al mondo della cultura in genere sono sempre massicci, anzi, proprio massivi.
Ne viene fuori così, lo voglio dire con forza e senza paura di nascondermi dietro ad un dito, non per tutti, che impone proprio all'ascoltatore attenzione e costanza nell'ascolto: infatti basta una minima distrazione per perdere il filo e poi "riacchiapparlo" non è facile, tra le spire della costruzione sonica della band laziale. Eppure, se non si perde il segno e si ha il polso fermo, il viaggio è davvero qualcosa di importante con un pezzo come "La luna", non a caso la mia composizione preferita, che è veramente un piccolo/grande pezzo di bravura: da ascoltare e ri-ascoltare.
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La recensione Novecento di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-14 08:31:36
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