Talèa Aura 2023 - Pop, Elettronica

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Un giro tra le spire dell'emicrania con aura, le sue deformazioni, i suoi flash che preludono a un dolore fisico profondo. Un ambient elettronico capace di muoversi tridimensionalmente attorno ad una voce riconoscibile ed affascinante.

Aura è il nuovo lavoro di Talèa, cantautrice di Jesi, classe '98, conosciuta per la sua partecipazione a X Factor 2022.

Si tratta di una raccolta di undici canzoni electropop, prodotta da Flavio Ferri, fondatore dei Delta V e impreziosito, tra gli altri, dalle tastiere del "Marchese" Antonio Aiazzi.

Il sound, come anticipato pende decisamente verso l'elettronica, con un giusto mix tra suoni acidi e pad avvolgenti, batterie elettroniche e campioni acustici, così come il basso. Eppure rimane uno zoccolo duro di suoni acustici, che in genere però servono da trampolino per l'onda sonora elettronica che fa muovere le canzoni.

Le undici tracce seguono un fil rouge che è quello dell'emicrania con aura, una condizione transitoria neurologica che precede l'emicrania vera e propria. Un concept certamente interessante e originale che lascia presagire un sound che attraverso spire concentriche si vada avvicinando al nocciolo dell'essenza.

Tempie e Vetri ci portano subito in media res al livello musicale, con un incedere sicuro, rapido e nervoso sostenuto da suoni aggressivi e particolarmente curati.
Con Stencil e Rovesciamenti si rallenta, ma si inizia a vorticare. Sembra che, dopo un'introduzione, una sorta di spiegazione musicale del disco, si inizi a sperimentare i primi sintomi dell'aura. I tempi, gli arrangiamenti, i suoni iniziano a girare e a deformare i testi come in una psichedelia indotta dall'interno, senza somministrazione di alcuna sostanza.

Ombre restringe sempre più le sue spire musicali attorno all'ascoltatore finchè in Sconnessi tutto si ferma d'improvviso. Il pianoforte, la voce e un basso sintetico si distendono, lasciando tregua e indolenzimento.

La lentezza, la quasi completa stasi rimane anche in Vuota, ma stavolta si riempie ben presto di batteria, sintetizzatori e chitarra acustica. Spigoli è profondamente evocativa, la batteria prende derive percussionistiche e i pianoforte e pad avvolgono e sembrano voler accarezzare la testa dolorante, mentre il testo propone spigoli su spigoli e ancora spigoli.

Caleido parte dal silenzio e si fa strada nell'orecchio in tre, quattro battute. La voce divide il palco con batteria elettronica e sintetizzatori ben ammaestrati. La voce continua a ricamare punti nella trama della musica restituendo immagini vivide e ben salde, grazie ad un timbro sicuro e una tecnica intelligente che non si risolve in abbellimenti fini a se stessi, ma in grande capacità di controllo del respiro e dell'intonazione.

Amandoti, cover dei CCCP, viene smussata e ammorbidita sia strumentalmente che al livello d'interpretazione che qui ha una deriva totalmente pop e, purtroppo, perde il pathos di cui la versione originale è piena fino all'orlo.

Si chiude con Bianco e rimane solo una voce nel centro della testa, rotonda e tagliente allo stesso tempo ma è solo un'illusione, perchè un'esplosione di decibel e lancinante dolore trafiggono il cervello. Si gioca sapientemente con i pieni e coi vuoti, con i livelli narrativi del testo, ora duro, nervoso, ora cantilenato quasi come una ninna nanna conturbante.

In conclusione Aura è un disco completo, tanto da avere in sè sia il solco dell'elettropop contemporaneo, che quello della sperimentazione. L'ascolto risulta fluido e la soglia dell'attenzione resta sempre alta grazie anche alla scelta dell'ordine della tracklist, oltre che alla grande capacità di arrangiare e indirizzare l'ascolto verso le giuste strade. Un disco potenzialmente amico delle radio, per quanto non tutte le canzoni siano fatte per essere capite e totalmente scoperte al primo ascolto.

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La recensione Aura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-18 13:09:00

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