Dritto per dritto, senza fronzoli ma con tante fronde. Questo disco è proprio così, fidatevi, un lavoro che si racconta da solo grazie a pezzi come "Alba folle" e che sono lì a raccontare di una psichedelia dolce e un indie rock potente, generi declinati poi, più o meno, in ogni altra treccia l.
Già perché questo non è uno di quei dischi complessi o complicati, dove il succo, si insomma "la linfa vitale", la si deve cercare ed estrarre solo dopo un tot di ascolti (di solito più di tre). No, qui è diverso, qui basta anche un ascolto, magari distratto, per capire tutto, o quasi. La componente pop, perciò, come potrete immaginare tracima e trasuda da ogni traccia che, fra l'altro, mantengono sempre un buon livello di composizione e arrangiamento.
Al di là di un breve, almeno per me, tratto meno centrato, grosso modo a metà del disco, con qualche canzone meno a fuoco, come dicevo la qualità di mantiene ottima, certificando un lavoro gradevole e concreto, giustappunto senza fronzoli ma con un sacco di fronde di alberi. E anche belle canzoni.
"Nel disco ci sono gli alberi, i ricordi, l'alienazione, l'inverno e le naturali sensazioni che accompagnano il nostro scorrere".
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