Dalila Spagnolo La Fame nelle Scarpe 2023 - Pop

La Fame nelle Scarpe precedente precedente

Un viaggio musicale alla ricerca di una crescita interiore che passa dal dubbio, il timore e raggiunge infine la consapevolezza di sè stessi.

La fame nelle scarpe è il nuovo lavoro di Dalila Spagnolo, artista leccese alla sua seconda prova discografica.

Si tratta di una raccolta di dieci brani pop nei quali si riscontra la ricerca di un sound sostanzialmente elettronico. Il fil rouge che lega tutte le canzoni è la crescita personale attraverso timori, dubbi, maturità e infine consapevolezza.

Si inizia con un'intro recitata che pian piano si veste di musica, fino a sparire nell'ambient sonoro.

Se Alberi d'eterno mostra subito l'attitudine all'elettronica nelle drum machine e nell'arrangiamento, tesi ad una tensione compositiva compatta, in L'erba voglio la melodia apre una strada cantabile e ossigeno all'arrangiamento.

Faut pas doutè de moi torna a rallentare anche se il ritmo resta fitto, come la metrica dei testi. L'ambient generale che si va delinenado è omogeneamente orientato verso l'introspezione e la prevalenza di accordi e progressioni armoniche minori portano l'ascoltatore ad un ascolto più profondo, col rischio però di cali della soglia d'attenzione.

Tracciare le distanze si pone esattamente in questo momento di calo di tensione che l'ascoltatore può accusare. Peccato, perchè la canzone funziona ed emoziona, ma forse ci sarebbe voluto un cambio di passo più deciso nella tracklist prima di questo brano.

Interludio (Portami via) è un altro testo recitato che, come la traccia iniziale non aggiunge nulla musicalmente all'economia del disco, ma è comunque ben progettato e realizzato.

La seconda parte del disco inizia con Forse, un altra canzone a basso tasso di bpm, dove i testi si dilatano su note lunghe alternate ad accenti obbligati che donano un piacevole movimento.

Superpower parte con un ritmo che ricorda l'Africa dove risaltano il balafon, strumento quasi magico e le percussioni. Questa canzone potrebbe rappresentare il cambio di passo tanto atteso e funziona in tutto e per tutto, dalla lingua scelta, l'inglese, all'arrangiamento che si riempie di energia nei ritornelli e permette alla voce di dimostrare la propria tecnica ed il proprio controllo.

Quel santo giorno, per reazione al brano precedente, è minimale, con voce sussurrata e pianoforte. La voce e l'interpretazione riescono a far viaggiare e a riempire l'ascolto più di un'intera orchestra.

Si chiude con Crisci figghia mia che si collega testualmente all'intro del disco. Qui il Mediterraneo la fa da padrone grazie alla voce di Rachele Andrioli, preziosa partecipazione.

In conclusione La fame nelle scarpe è un disco pop in senso stretto, in cui è forte la ricerca di un'elettronica che apra una strada diversa da quella che si ascolta nel pop commerciale, nella trap o nel rap. Si tratta di un'elettronica "calda" che vuole fondersi con un'idea di suono che invece è decisamente analogica.

L'ascolto, come accennato prima, risulta interessante ma vive di cali d'attenzione dati dalla mancanza di un colpo di scena, di un cambio di passo che possa ridestare l'attenzione dell'ascoltatore.
Ottimo il lavoro di missaggio e di produzione, si sente tanto il lavoro di arrangiamento e i compromessi per fare spiccare una voce riconoscibile, tecnicamente impeccabile, ma che rischia a volte di farsi sovrastare dal pathos dell'ambient sonoro.

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La recensione La Fame nelle Scarpe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-28 12:45:37

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