Dopo aver vissuto esperienze in proprio di vario stampo, Alan Grime e La Ny uniscono le forze sotto la comune ragione sociale RatingUrli e fissano nero su bianco le reciproche intenzioni per tramite di un album omonimo decisamente degno di considerazione quanto a impatto sonoro e dilemmi concettuali posti in essere.
RatingUrli, infatti, è un lavoro diretto ma multiforme, di rapimento immediato ma ontologicamente complesso, tra le cui viscere si annidano le più insidiose intenzioni votate a un estro compositivo e produttivo che non fa sconti e non guarda in faccia a nessuno nel suo continuo e camaleontico desiderio di realizzazione ideologica, oltre che prettamente musicale.
Per ciò che concerne il dato sonoro – che resta il versante di maggior coinvolgimento emotivo, lasciando alla ricerca testuale il compito di invitare a secondi, terzi e quarti ascolti – pulsazioni dark con forti tendenze industrial di matrice hard-synth-wave vengono punzecchiate da saltuarie diramazioni oscuramente psichedeliche (Lo zoo dei pensieri miei) e avviano un tortuoso discorso al fianco di sinuose tentazioni cantautorali invase da onniscienti ruvidezze heavy-trance con stratificazioni death-ambient che collocano il tutto sulla superficie di un dance floor più nero della pece (Semicerchi), per poi orientare la bussola in direzione elettro-industrial apocalittica (Muri & scogli) in flirt con pulsazioni techno-dance (Ti aspetto in solchi d'alba).
Proprio l'elemento techno si fa ancora più tumefazione di intenti quando si scontra con le giunture hard di costruzioni sintetiche sempre più rivolte alla fine dei giorni (Ciao, sono sostanza; Bestie caute), ma lascia anche che si sfoghino a piacimento apparentemente innocui e inadeguati influssi pseudoacustici (Gole) che convergono in terminali soluzioni synth-doom con tinte hard-pop facendo da cornice a un quadro sempre più oscuro e sempre meno determinato a ricercare un compromesso per una qualsivoglia pace dei sensi (Dooplo).
Il coraggio di impostare in lingua italiana le articolazioni testuali di un progetto così stratificato e tutt'altro che di semplice divulgazione va indubbiamente di pari passo con una evidente volontà di riportare un certo uso delle metriche verbali sulla retta via di una concreta attribuzione di senso. Peccato soltanto per una non ottimale efficienza della ripresa vocale ma poco o nulla importa davanti a una trattazione sonora e concettuale di simile livello.
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