Easy listening, allo stato puro: questo è CIGNI di Angelo Sicurella, un disco per cui, di sicuro, non ho gridato al miracolo ma che in fondo non mi è dispiaciuto ascoltare. Sicurella, con un piglio deciso forte anche della sua esperienza, ci propone infatti una serie di canzoni, dall'aria romantica e dolce, con testi non banali ma di non così grande mordente, una via "facile" al cantautorato: "Emi", "Orbita" o anche "Giungla", il mio pezzo preferito, sono tutte tappe di un ideale viaggio in cui non ci si scompone mai. La strada è dritta, ben asfaltata e senza neppure troppe curve: easy listening per easy-driving? Capiamo.
"Icone divistiche fluttuano nello spazio, in una immaginata remissione del genere umano. Della incapacità nell'accettare a volte i propri fallimenti, o della sensazione di inadeguatezza nel parlare dei propri sentimenti, rifuggendo la libertà di mettere a nudo le proprie fragilità. Un disco in cui l'amore fa i conti col cemento arido della razionalità".
Al netto di tutto, considerando il fatto che, almeno a mio modo di vedere, l'album è più riuscito nella sua seconda parte piuttosto che la prima, il mio giudizio è abbastanza positivo: si veleggia, sempre, sopra la sufficienza, con qualche, comunque raro, momento più intrigante degli altri.
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