Il mondo del circo raccontato dal punto di vista di un ragazzino di periferia che si lascia ammaliare dai mille sogni e le mille avventure di un mondo che non ha età.
ANIMA CIRCENSE è il nuovo lavoro degli Azimut, band emiliana dalle sonorità variegate attiva dal 2010.
Si tratta di una raccolta di dieci brani in stile pop folk che raccontano l'arrivo del circo nel piccolo paese in cui vive un povero ragazzo, il quale deciderà alla fine di diventarne parte, inseguendo così i propri sogni.
Crocevia è il brano di apertura, nonché il racconto dell'arrivo del circo e del momento in cui tutti i nodi narrativi diventano racconto. Il sound è essenziale, da ballata di lunghe strofe.
La scelta inizia col piede sull'acceleratore e il sound inizia a delinearsi nella sua completezza.
Portami via ha un sapore pop quasi alla Simply Red, con un apertura armonica nei ritornelli che però è tutta italiana. Il suono di batteria in questo disco è trattato quasi più come una percussione che, appunto come una batteria, dunque la tridimensionalità viene tenuta più in considerazione e la compressione di elementi importanti come kick e rullante viene trattata con più delicatezza e dinamicità. Il suono del basso è rotondo e il modo di suonarlo, quasi contrabbassistico contribuisce a dare un sapore particolare alle idee ritmiche. Chitarre, tastiere e fisarmonica sono gli strumenti che contribuiscono, grazie alla loro varietà sonora al vero e proprio "colore" del vestito sonoro.
Anziano sapere ha il tipico incedere di un classico combat folk, sebbene molto più pettinato e meno sbilanciato, anche grazie alla tipologia di argomento trattato.
In punta di sguardi è acusticissima, su accordi larghi di chitarra acustica. Una canzone d'amore circense, una canzone in cui la voce si lacera in un'interpretazione quasi teatrale e disarmata. Sembra, per scelta sonora e di arrangiamento, una "Due zingari" 2.0 di De Gregori. Fin qui il gioiello più più scintillante di questo circo.
Non sarò all'altezza salta sui fusti della batteria prima di assestarsi su un tempo moderato ottimo per assecondare i dubbi del protagonista del testo che si chiede se sarà capace di tenere testa alle difficoltà del circo.
Non mi serve pena è un ballo, da scapicollarsi sulle frasi tipiche della fisarmonica. Il nano è il protagonista e l'andamento nervoso e fiero della canzone coincide col suo carattere che non ammette autocommiserazione.
L'altalena gira su uno strumming di chitarra acustica in cui la voce giganteggia quasi in stile Gipsy Kings. Un appunto sulla voce va dunque fatto a questo punto: il timbro è sempre riconoscibile, la capacità di dare profondità alle note, anche a quelle di passaggio è un dono che in pochi hanno e qui si può sentire benissimo. Da segnalare anche una grande capacità interpretativa.
Anima circense è strumentale e, partendo da un'andatura pop rock, ci riporta pian piano fino al sound caratteristico del disco, quello del circo.
Si chiude con L'uomo volante, testo metricamente imperfetto che sembra fare acrobazie per rientrare nella metrica della musica. Se sia un difetto o meno è difficile a dirsi, ma funziona benissimo così.
In conclusione ANIMA CIRCENSE è un concept album che vive di storie fantastiche, di spunti di altre epoche e vite, un disco che viaggia e sa far viaggiare chi ascolta. L'ascolto consecutivo della tracklist risulta piacevolissimo e tocca momenti di poesia commoventi. Non andrei alla ricerca di un singolo perchè la forza di questo lavoro sta nell'interezza della sua forma.
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La recensione ANIMA CIRCENSE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-19 17:11:50
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