Capone & BungtBangt denunciano la polizia religiosa iraniana con un brano in omaggio a Mahsa Amini
Quando si parla di sostenibilità in ambito musicale si pensa spesso ai concerti e ai festival, alle attenzioni da avere quando si radunano centinaia o migliaia di persone in un unico posto. Ma c'è un altro modo di fare musica sostenibile. Prendi una vecchia scopa, dei barattoli vuoti e altri materiali di recupero, e avrai degli strumenti eccellenti con tanto di ecosostenibilità. È la lezione dei Capone & BungtBangt, band napoletana che dal 1999 suonano junk music, musica suonata con rifiuti e materiali riciclati.
Il loro nuovo singolo si chiama Capille luonghe, con cui trasformano Napoli in Rio de Janeiro. Cantano in dialetto, suonano samba, mescolano percussioni con un organo e un basso reggae. Ma Capille luonghe – che singifica capelli lunghi, per chi non mastica il napoletano – è un omaggio a Mahsa Amini, una ragazza iraniana morta in seguito all'arresto da parte della polizia religiosa. Il velo era troppo allentato.
"So sanghe e lacrime pe chesta libertà" cantano i Capone & BungtBangt. È un brano di denuncia nel testo e nella musica, grazie al testo pieno di immagini evocative e agli strumenti. Tutto intrecciato in una composizione ritmica incredibile.
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La recensione Capille Luonghe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-27 16:02:00
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